Friday, June 24, 2011

La citta' dei morti

La citta' dei morti e' senza dubbio il mio quartiere preferito. L'avevo scoperto per caso un pomeriggio afoso in cui, armata di pazienza e buona volonta', avevo sfidato il traffico cairota per arrivare alla Cittadella....in orario di chiusura. Questi sono i momenti in cui maledico la mia avversione per le guide turistiche.

Dispiaciuta per la giornata persa, m'incamminai verso la stazione dei minibus costeggiando palazzine irregolari e decadenti che pero' conservavano uno spirito vivace espresso dai coloratissimi panni stesi, da contagiose risate di bambini e dal chiacchiericcio di giovani donne tra un balcone ed un altro. In sottofondo il perenne ed incessante suoni dei clacson. Non un semplice strombazzamento fine a se stesso. No! Un vero e proprio codice stradale.

Non so se sia una leggenda metropolitana, di quelle che nascono da piccole verita' e poi, di bocca in bocca, da particolare in particolare diventano realta' certe che nessuno osa mettere in discussione, ma al Cairo si racconta che c'e' stato un anno (indefinito) in cui l'uso del clacson era stato messo al bando per il quieto vivere di tutti. I risultati furono disastrosi. Senza vigili urbani e la scarsita' di semafori, la citta' era completamente allo sbando registrando il tasso annuo?Macche', mensile!D'incidenti piu' alti della storia. Il provvedimento fu ritirato immediatamente legalizzando il libero strombazzamento. 
Mi e' capitato diverse volte di imbattermi in cartelli stradali, ben nascosti, che vietassero l'inquinamento acustico suscitando in me una certa perplessita'. Mi sono sempre chiesta se fossero i ruderi di quell'esperimento sociale mal riuscito.

La citta' dei morti
Spesso e volentieri, sono i piccoli dettagli ad attirare la tua attenzione, non sai nemmeno tu come li abbia potuti notare nella moltitudine di stimoli in cui sei immersa, ma succede e basta. Ad un certo punto provi una specie di richiamo epr cui ti giri e scorgi cio' che normalmente passerebbe inosservato. In questo caso, una cupola che sbuca da dietro ad un muretto. Incuriosita, invece di procedere per la moschea di Aisha e prendere il bus per Attaba, attraversai la srada, girai l'angolo e sgattaiolai per un vicolo che mi scaravento' in una dimensione parallela. Lontana dal caldo soffocante, l'aria irrespirabile dei tubi di scappamento e la frenesia delle strade cairote, fui letteralmente invesita da un silenzio, direi, mortale nel momento in cui mi accorsi di trovarmi in una cimitero...abitato.

Citta' dei morti
A mio parere, cio' che rende Al-Qahira cosi' affascinante e' la sua capacita' di agglomerare opposti in grado di convivere l'uno accanto all'altro. Bastava salire sul qibra (ponte) Mohammad Ali per rendersi conto che questo era lo spartiacque tra due mondi contrapposti: da un lato la schizofrenia della vita cittadini, e dall'altra la sacralita' di una necropoli vivente (che binomio nel binomio!). Al-Qahira riusci' a spiazzarmi per l'ennesima volta.

Vivere con i morti, per molti puo' apparire macabro, ma io fin da subito lo trovai intrigante. Nella citta' dei morti non vi e' divisione tra umano e sovrannaturale, si condivide la quotidianita' con i propri avi tant'e' che il venerdi' e' tradizione pranzare sulle tombe di famiglia. Questo rapporto simbiotico e' evidente anche dalla struttura delle tombe le quali presentano una o due stanze che permettono ai parenti dei defunti di vivere accanto ai loro cari.

Ma chi altro vive in questa necropoli?

Panni stesi
Il boom demografico degli ultimi anni, il cattivo stato delle case costruite durante il periodo nasseriano nonche' l'aumento degli affitti che non vanno a pari passo con l'aumento dei salari, ha determinato negli ultimi anni un esodo della popolazione cairota verso la periferia. Processo che ha coinvolto anche questo quartiere dove alcune tombe furono occupate (garantendone la manutenzione) ed altre sono sate assegnate con regolare procedimento. Con il passare del tempo si sono formati nuovi strati sociali per cui, oggi, oltre a becchini e custodi di sepolcri troviamo anche studenti, commercianti, impiegati ecc...Una citta' nella citta', che risulta essere la dicianovesima slum piu' grande del mondo, ma il cui lato umano e' indiscutibile.

la famiglia che ormai mi ha adottata
La spiritualita' del luogo e' palpabile mentre cammino per le viuzze strette. Il mio respiro si distende e la vista si perde tra le diverse cupole dei mausolei mamelucchi. Incontro diverse famiglie, inizialmente tra le sorprese ed il sospettoso, ma tutte molto accoglienti. E' impressionante come in queste situazioni un sorriso possa abbattare qualsiasi muro.

Tornai a casa dalle mie coinquiline entusiasta della mia scoperta. Le raccontai tutto, dell'esistenza di un cimitero abitato e di come n'avessi attraversato una parte incontrando persone meravigliose. M'interruppe Rebecca allarmata: "Mi vuoi dire che ti sei avventurata per la Citta' dei Morti da sola? Ma tu sei pazza!Non hai letto sulla guida turistica che e' pericoloso?"

Mi ritorno' in mente la chiacchierata con un vecchietto che mi offri' un posto all'ombra dove rilassarmi per un po', una dolce signora che mi invito' a casa sua a bere del shai bina3na3 e dei bambini con cui avevo condiviso la passione per gli aquiloni.

Si', la mia avversione per le guide turistiche dopottutto e' fondata.



potete trovare tutte le foto e molte altre su: http://nuralagatta.wordpress.com/





2 comments:

  1. Replies
    1. Drew!!How are u?

      u leaving a comment on my blog is funny cause..i often follow urs :)
      (is there a way to register cause i never can figure it out)

      thanks for the compliments..i love the city of the dead. I'm trying to do a project on it, so i go there often!

      i actually have a photoblog too if u wanna have a look: http://nuralagatta.wordpress.com/


      i hope u are doing fine, and i hope to see u soon!
      xxx

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