Wednesday, May 2, 2012

La spia che ama i gatti ed i microbus

Beh, almeno quando torno in Italia avro' qualcosa da raccontare: "Sono stata arrestata perche' sospettata di spionaggio"
Che incipit!

Ed ovviamente con il passare degli anni aggiungero' particolari su particolari fino ad arrivare ad una versione collaudata sui miei poveri nipotini ignari: 
"In piena rivoluzione egiziana vostra nonna, all'epoca una rinomata fotoreporter il cui nome in codice era La Gatta, si e' inoltrata in una zona militare per scattare delle foto che avrebbero destabilizzato l'intero andamento politico egiziano. Si trattava di una missione ad alto rischio, la cui preparazione duro' piu' o meno 4 mesi. Furono mesi stremanti quelli. Gli allenamenti giornalieri misero a dura prova la sua forza di volonta': attraversamento cronometrato delle strade cairote, salita e discesa al volo dai microbus, esercitazioni di orientamento durante tempeste di sabbia ecc ecc....
Ma il grande giorno, fu un piccolo dettaglio ad incastrarla: la cavigliera. Si', proprio quella stessa cavigliera che  vi avvisa del mio arrivo ogni qualvolta che state facendo una marachella. Khalli ballku tesori miei, sono sempre i  piccoli particolari che vi fregano. Ed e' cosi' che son stata scoperta,presa e portata di fronte al comandante........."

Vorrei potervi dire che tutto cio' sia vero, ma non e' cosi'. Seppure la storia reale mantiene degli aspetti assurdi.


Ieri, si e' festeggiato il primo maggio anche al Cairo per cui era vacanza. Invece di rimanere a casa a gingellarmi, ho preso la macchina fotografica e il mio obiettivo 70-300 mm (usato raramente, ma molto utile per l'ultima ossessione fotografica: le vecchie pubblicita' dipinte sui muri cairoti. Quelle che tra un paio di anni saranno completamente sbiadite) e ho scelto un quartiere a caso che non avessi ancora esplorato. Di recente avevo letto qualche articolo/impressione su Shubra. 

Localizzato nella zona nord del Cairo, in passato era un quartiere aristocratico (si nota anche dai palazzi) che pero', nel tempo, ha subito un forte processo di urbanizzazione e sovraffolamento. Oggi, e' abitata principalmente da famiglie appartenenti alla classe medio - bassa e la maggioranza e' cristiana copta. Ed e' proprio a  Shubra, ad ottobre, che i baltagheyya hanno attaccato il corteo dei copti ferendo molti dei suoi manifestanti.

Piccola curiosita', il nome sembra derivare dalla parola italiana: sopra per indicare la posizione sopraelevata, con il tempo divento' Shubra. La presenza italiana in territorio egizio, tempo addietro, era molto consistente e cio' inevitabilmente ha influenzato la lingua.

da Rod El Faraq a Shubra El Kheima

La mia intenzione era quella di scendere alla fermata metro di Rod Al Farag e proseguire fino a Shubra El Kheima. Quando arrivai, non trovai nulla di particolarmente coinvolgente nella strada principale guarnita da negozi di scarpe, vestiti e da fast food. Ma avevo notato parecchie di quelle vecchie pubblicita' che oramai attirano la mia curiosita'. Oltre al fatto che, con grande sorpresa, non avevo ancora ricevuto alcuna molestia, per cui mi stavo godendo la passeggiata, il sole e la leggera brezza. 

Superata la chiesa di Santa Teresa, alzo lo sguardo e intravedo tra i palazzi un'altro di quei vecchi manifesti pubblicitari. Tiro fuori la mia mega lente, e comincio a scattare all'impazzata. Finche', non mi sento assalire verbalmente:

"Enti tasawari eh??!" (cosa stai fotografando)

Dovete sapere che fotografare al Cairo e' tanto semplice quanto frustrante. C'e' sempre qualcuno che si avvicina a chiederti cosa stai facendo o cosa stai fotografando, e non si capiscono immediatamente le intenzioni. Il piu' delle volte e' curiosita' (la cultura del non farsi gli affari propri), ma altre volte e' sospetto, come in questo caso.

Mi giro irritata, il tono maleducato apparteneva ad un'uniforme bianca, cioe' ad un poliziotto. Guardo dietro di lui e leggo: Qism alshorty (stazione di polizia). 

"Non lo vedi cosa sto fotografando?Il palazzo" gli rispondo canzonandolo.

Confesso che ho un problema di auto controllo con le autorita', in particolare se hanno un'uniforme. Ma dipende sempre da come si pongono. Se mi avesse rivolto la parola con gentilezza, non avrei reagito con arroganza. 

"Enti tasawari eh???!"

"2ultilak!!" (te l'ho detto!) e gli faccio vedere la foto con atteggiamento di sfida, mentre una vocina nella mia testa mi incita: "Nora, stai zitta!Stai peggiorando la situazione". Vocina messa a tacere immediatamente.

"Enti lazim tiruhi maia" (devi venire con me)

Non l'avesse mai detto. Alzando la voce gli dico chiaramente chenon avevo nessuna intenzione di seguirlo dal momento che non avevo fatto nulla di male e potevo fotografare cio' che volevo.

"Fin elpassaport?" (dov'e' il passaporto?)

Merda. Non me lo porto mai dietro. E non avevo nessun altro documento di riconsocimento. Tento di far resistenza ancora per un po', attirando l'attenzione dei colleghi finche'... non cedo. 
Intenzionata a non dargliela vinta, entro nella stazione di polizia seguita da una frotta di poliziotti. Manco fossi Mubarak in persona.


Nella caserma di polizia

Mi portano di fronte al comandante. Ed io inizio subito la mia scenetta:

"Non ho fatto nulla di male. Perche' sono qui?"

Lui rimane un po' perplesso della mia reazione e credo anceh del fatto che sapessi parlare arabo. Dopo aver confabulato con gli altri, inizia un interrogatorio serrato. Cosa stai facendo al Cairo, dove vivi, perche' parli arabo ecc ecc...

Io ancora incredula di essere li' per aver fotografato uno stupido palazzo, invece di collaborare continuo a rispondere con sarcasmo pungente, ma sinceramente era difficile non farlo. La situazione, a mio parere, era veramente assurda.

"Non puoi fotografare cosi' per strada!"

"Ah si'?Pensavo che l'Egitto fosse un paese turistico. Cos'e'?Lo andate a dire ad ogni turista che incontrate che non puo' fotografare per strada?Oltre al fatto che non ho visto alcun cartello con scritto Mamnu3 altaswir (vietato fotografare)."

Credo d'aver ottenuto la simpatia del comandante dopo un po', devo essergli sembrata comica. Spesso e volentieri rideva delle mie osservazioni sarcastiche sotto i baffi se non apertamente davanti ai suoi inferiori.

Prendono la mia macchina fotografica e scorrono tra le foto, commentandole:

"Ti piacciono i gatti, eh?"

"Si', vi pare che una spia fotografi gatti e microbus? Con tutti i problemi che avete al Cairo in questo momento, vi potete seriamente permettere di perdere tempo con me?Mish mumkin!!!!"

La commedia ando' avanti finche' il comandante (che tutto sommato era una brava persona) chiamo' un mediatore che parlasse in italiano cosi' che mi potessi spiegare in una lingua comprensibile e non mista tra l'inglese e l'arabo. 

Scoppiai a ridere quando il mediatore mi disse che fondamentalmente erano confusi perche' le mie foto erano di cose brutte. Beh, grazie! In pratica non capivano perche' stessi fotografando nella citta' dei morti, al suq, i microbus, i lavoratori ecc... Non riuscivano a capire che la fotografia e' una passione e che la bellezza e' relativa, per cui pensavano che stessi fotografando quei soggetti per dare un'immagine negativa del paese. 

Ed io che sto tentando di fare tutto il contrario!!!


La situazione sembrava si stesse risolvendo definitivamente. Mi avevano persino offerto del te'!Ed il comandante mi aveva fatto la ramanzina di quanto fosse pericoloso di questi tempi fotografare per strada perche' la gente poteva reagire nelle maniere piu' inaspettate ed arrivare persino a picchiarmi. 

"Sai, la gente ha paura, potrebbero prenderti per una spia"

(Beh si', a quanto pare non solo loro -.- )

"Sai, ti abbiamo controllato perche' son venuti in molti a denunciare la presenza di una ragazza ebrea che fotografava"

(seeeeeeeeee vabe'.....mi piace soprattutto il dettaglio della ragazza EBREA. Credo intendesse Israeliana)

"Quindi fai attenzione, bla bla bla...."

Nel frattempo mi restituiscono la macchina fotografica. Hanno cancellato tutte le foto!!!!
Li' credo sia uscito il peggio di me. Ma alla fine, stanca di essere li' gia' da 3 ore, sdrammatizzo quando noto che mi avevano lasciato una foto: quella della chiesa.

"Grazie!Almeno mi avete lasciato la foto della chiesa!" e sorrido

il comandante: "COSA!!NO!Cancella!Se domani succede qualcosa a quella chiesa, se salta in aria e ti hanno visto aggirarti per i dintorni potrebbero pensare che sei stata tu!"


La paranoia qui sta raggiungendo livelli inimmaginabili.





6 comments:

  1. Racconto meraviglioso! Che esperienza, anche se, ne sono sicura, i tuoi genitori non devono aver riso molto la prima volta che gli hai raccontato l'accaduto. Linkiamo l'articolo sulla pagina FB del nostro Travel Blog ;)

    Ps: ma come mai parli arabo?

    ReplyDelete
    Replies
    1. avete un travel blog??interessante!!mandatemi il link!

      Delete
  2. Diciamo che dopo un anno a viaggiare per il medio oriente tra Palestina e Egitto...i miei genitori sono un po' rassegnati ;)

    Ed in realta' glielo devo ancora raccontare perche' sono in vacanza ora come ora!Non volevo rovinargli la gita...

    Grazie per il link!:)

    In realta' lo sto studiando l'arabo :) e' per questo che sono qui...
    Piu' che parlarlo, lo parlucchio ;)

    ReplyDelete
  3. spassosissimo aneddoto (a leggerlo, a viverlo... un po' meno!) :P

    ReplyDelete
  4. una storia molto divertente (a posteriori!), sarai una nonna tostissima agli occhi dei tuoi futuri nipoti! :-D

    ReplyDelete
    Replies
    1. grazie :)

      sara' divertente raccontargli le mie avventure ;)

      Delete