Friday, June 15, 2012

I graffiti nella rivoluzione egiziana (1) - Khaled Said

Murales dietro il Mogamma.
Khaled Said e' la figura sulla destra.
C'e' scritto: Khaled Said, martire del sistema.
Da quando il seme della Primavera Araba ha dato vita alla rivoluzione del 25 gennaio, l'Egitto ha assistito ad una fioritura dell'arte in tutte le sue sfaccettature: la fotografia, la musica, il teatro, la pittura....
Credo che l'arte sia una delle forme di resistenza piu' potenti ed uno dei mezzi piu' pericolosi nella proliferazione di idee rivoluzionarie. Ed e' in questo contesto di rinascimento artistico che i graffiti hanno assunto un ruolo fondamentale nella narrazione della ribellione di questo popolo.

Per questo motivo ho deciso di scegliere tra quelli piu' significativi e spiegare le storie che vi sono dietro a questi visi, slogan e figure che decorano la capitale.

Non potevo non iniziare dal blogger Khaled Said, primo martire e scintilla della rivoluzione egiziana.






Murales dedicato a Khaled Said
Khaled Said aveva 28 anni quando il 6 giugno 2010 dei poliziotti in borghese l'hanno prelevato da un internet cafe', l'hanno trascinato per strada e, nonostante le suppliche di smettere, l'hanno massacrato di botte, finche' sfigurato, non ha smesso di respirare. Il suo corpo esamine e' stato scaricato di fronte a quello stesso internet caffe'. Il motivo di tale trattamento era dovuto al fatto che Khaled era entrato in possesso di video che mostravano la violenza perpetuata dalla polizia sui prigionieri, brutalmente torturati.  Il giovane alessandrino, spinto da un forte senso di giustizia, pubblico' i video su internet.

Ci fu un iniziale tentativo di insabbiare l'omicidio dichiarando che Khaled fosse morto per asfissia dopo aver ingoiato un pacchetto di marjuana per sfuggire all'arresto. Ma, fortunatamente, diverse organizzazioni dei diritti umani hanno respinto il rapporto affermando che si trattava di un altro escamotage pro-regime.

La reazione della societa' civile non tardo' ad arrivare. Ci furono manifestazioni, proteste e nel giro di poche ore dalla notizia si formarono diversi gruppi facebook tra cui: We are all Khaled Said.




Il viso di Khaled Said, simbolo dello scoppio della rivoluzione.
La scritta: Scendi (per strada), perche' i martiri ti guardano
La sua morte ha scoperchiato questioni molto importanti che fino ad allora non erano state realmente state discusse in maniera critica. Prima di tutto l'uso della tortura dell'ex-regime Mubarak, ed in secondo luogo le leggi d'emergenza in vigore sin dall'assassinio di Sadat (1981). Queste leggi permettono l'arresto e la detenzione di cittadini senza il giusto processo previsto dal codice penale e dando spazio ad indicibile abusi di potere.






Alcune foto della manifestazione tenuta l'anno scorso, davanti al Ministero degli Interni, contro la tortura ed in ricordo di Khaled Said.




Se volete vedere altre foto del Cairo, date un'occhiata al mio fotoblog: Rihla saida, photoblog from Egypt to Palestine and back

post correlato: I graffiti della rivoluzione egiziana (2): Samira Ibrahim

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