Wednesday, June 20, 2012

Guida su come ordinare un caffe' al Cairo


Ci sono tante cose che accomunano noi Italiani agli Egiziani e non c'e' da meravigliarsi. Dopottutto, apparteniamo a sponde diverse dello stesso mare. Tra queste caratteristiche c'e' l'amore per il caffe'. 
Se noi la mattina ordiniamo: "un'espresso!", "un caffe' macchiato!", "un caffe' ristretto in tazza grande macchiato freddo!" oppure "caffe' lungo in tazza grande con latte freddo a parte!" Raggiungendo livelli di combinazioni inimmaginabili. Gli egiziani invece si affidano ad altre categorie.

Ma prima credo sia interessante partire dell'etimologia della parola e ripercorrere la sua storia e di come e' giunto in Italia ed in Egitto.

Etimologia: 
la parola caffe' proviene dal termine turco kahve che a sua volta e' stata presa in presito da qahwa in arabo.


Storia (versione bigino):
Le prima testimonianze dell'uso del caffe', intesa come bevanda, risalgono alla meta' del 15imo sec. Sembrerebbe, infatti, che nei monasteri sufi (mistici islamici).in Yemen se ne facesse consumo fondamentalmente per rimanere svegli durante le loro veglie notturne. Come scrive Abd al-Qahir al-Jaziri, lo sheikh Jamal al-Din al-Dhabhani si era reso conto che le proprieta' del caffe' allontanavano la fatica e la sonnolenza apportando vitalita' e vigore al corpo.

Inizialmente i chicchi di caffe' furono esportati dall'Etiopia allo Yemen dove nacquero diverse coltivazioni. Da Mokha (citta' di porto yemenita) il caffe' si diffuse prima in Egitto poi in Nord Africa e nel 16simo sec. in Medio Oriente, Persia e Turchia.

Il primo a portare i chicchi di caffe' in Europa fu l'esploratore Marco Polo, il quale, in viaggio per il Medio Oriente, decise di fermarsi brevemente a Sur in Libano. Li', incontro' un mercante yemenita proveniente da Mokha che gli vendette dei chicchi di caffe' che sarebbero arrivati prima in Italia e poi in tutta Europa.

Piccola osservazione: facile capire perche' chiamiamo la macchinetta del caffe' moka


La cultura del caffe' in Egitto:

Il termine ahwa, come detto precedentemente, significa caffe' ma indica anche il luogo: caffetteria. Tuttavia, a volte, viene usato anche per definire bar/pub come nel caso dell'ahwa Horreya in Bab el Luk.

Gli ahwa sono molto diffusi e rappresentano un luogo di svago e di ritrovo, aperto fino ad ore tarde, dove e' possibile socializzare, fumare la shisha, giocare a domino od a tawla (backgammon).



Quando si ordina il caffe' (ahwa turki) bisogna specificare sempre quanto zucchero si vuole:


  • ahwa seda ( قهوة سادة) e' senza zucchero
  • ahwa alri7a (قهوة الريحة) e' con poco zucchero, magari giusto un cucchiaino
  • ahwa mazbut (قهوة مظبوط) e' una via di mezzo, quindi due cucchiaini piu' o meno
  • ahwa zieda (قهوة زيادة) con molto zucchero


io comunque suggerisco di specificare quanti cucchiaini si vuole o chiedere di portere lo zucchero a parte in quanto il loro concetto di tanto e poco e' molto diverso dal nostro. Tendono a zuccherare molto sia il caffe' che (soprattutto) il te'.

Una curiosita' culturale: quando gli egiziani devono affrontare una tragedia od un dispiacere solitamente bevono il caffe' rigorosamente senza zucchero proprio per sottolineare il momento di lutto.
Quindi, per esempio, durante la veglia di un funerale e' buona usanza bere l'ahwa seda.



Ben presto aggiungero' delle foto di ahwa in giro per il Cairo!

alla prossima!

se volete dare un'occhiata alle mie foto: Photoblog: from Egypt to Palestine and back

2 comments:

  1. ottime dritte io sono caffè dipendente.

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    1. allora siamo in due!anche se..confesso che l'ahwa turki (il caffe' che fanno qui) non mi piace...

      per fortuna mi sono portata la moka ed il caffe' dall'Italia..
      si' lo so, tipico comportamento stereotipato di italiana all'estero ;)

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