
E' stata una giornata intensa questa. E domani me ne aspetta un'altra.
Faccio fatica a descrivere l'entusiasmo con cui gli Egiziani stanno affrontando queste prime, vere, elezioni. Molti si sono vestiti a festa, altri si sono lasciati andare ad un sospiro di sollievo. Ho visto una donna che, subito dopo aver fatto il suo dovere, ha guardato verso il cielo e sussurato "Al-hamdullilah (grazie a Dio)", un'altra mi ha fermato solo per farmi sapere che la sua scelta non e' stata influenzata da nessuno e che e' grata a tutti martiri. Senza di loro, oggi, non potrebbe scegliere.
La maggiorparte mostra con fierezza il dito blu, segno che hanno votato.

E' sicura che le cose cambieranno in Egitto, fondamentalmente perche' non puo' essere peggio di prima. E, se ci fosse anche la piu' remota possibilita' che lo possa essere, la gente sara' pronta, ancora una volta, a scendere in strada perche' non si ha piu' paura di cio' che si e' sconfitto una volta.
Sconfitto una volta, lo si puo' sconfiggere di nuovo.
Si respira positivita’ e speranza nell’aria.
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